La Rivalutazione dei beni d’impresa (immateriali!)
Da qualche mese fiscalisti e consulenti in proprietà industriale martellano su questo tema, certamente importante.
Sembra di essere tornati a cavallo fra 2014 e 2015 quando venne introdotto il Patent Box anche per i marchi, poi eliminati dall’ambito dell’agevolazione a partire dal 2017 visto che palesemente violava le direttive OCSE. Fu una vera e propria corsa alla quale, lato professionisti e consulenti in qualsiasi campo, parteciparono davvero tutti.
Non sorprende quindi che ad inizio 2021 vi sia grande attenzione al regime di rivalutazione dei beni d’impresa in vista della chiusura dei bilanci 2020.
Il meccanismo normativo/fiscale è stato ampiamente studiato e spiegato. Ci sono numerosi articoli consultabili e ben fatti sull’argomento.
Sarebbe perciò inutile e tardivo riprendere e ripetere più o meno le stesse cose, salvo forse enfatizzare che, in effetti, la rivalutazione con rilevanza anche fiscale tramite pagamento dell’imposta sostitutiva del 3% del maggior valore iscritto nel bilancio 2020 è opzione generosa, generosissima da parte dello Stato! In passato per simili opzioni veniva richiesto il 10/12%.
Alcuni dei principali benefici, quali l’incremento del patrimonio netto e la possibilità di ammortizzare il maggior valore del bene rivalutato con un cospicuo risparmio fiscale, si ottengono in cambio di un ‘costo di rivalutazione’ mediamente molto conveniente. Va da sé che ogni situazione aziendale è diversa e perciò il primo passo è fare l’analisi di fattibilità con attento esame di pro e contro della rivalutazione.
Evidenziamo alcuni punti fondamentali che caratterizzano la rivalutazione, in relazione ai beni immateriali (intangibles) dato che di questi si occupa DeosIP:
- Diversamente dal passato, la rivalutazione può riguardare anche un singolo bene (marchio, brevetto, design,) non essendo più richiesta una rivalutazione globale per categorie omogenee, semplificando di molto l’operazione.
- Pur non essendo previsto come obbligo che il maggior valore del bene sia attestato da una perizia di stima, è consigliabile dotarsi di una perizia da parte di un esperto qualificato che sia in grado di valutare le diverse tipologie di beni immateriali (marchio, design, brevetto, copyright, know-how,) tenuto conto delle specificità di ciascuno. Riscontriamo che spesso le perizie di stima dei beni immateriali sono invece svolte in una prospettiva esclusivamente contabile, il che non offre sufficienti garanzie rispetto a eventuali contestazioni dell’operazione di rivalutazione.
- Un solo riferimento normativo, ma importante. L’art. 110, come convertito e modificato da L. 13/10/2020 n. 126 fa riferimento a «beni di impresa e partecipazioni» di cui alla Sez. II del capo 1 L. 21/11/2000 n. 342. I «beni materiali e immateriali» di impresa sono poi definiti dalla Circolare Ag. Entrate n. 14/2017 come «immobilizzazioni immateriali, costituite da beni consistenti in diritti giuridicamente tutelati. È il caso, ad esempio, dei diritti di brevetto industriale e dei diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, dei diritti di concessione, licenze, marchi, know-how, altri diritti simili iscritti nell’attivo del bilancio ovvero, ancorché non più iscritti in quanto interamente ammortizzati, che siano ancora tutelati ai sensi delle vigenti disposizioni normative». In altre parole, non è possibile rivalutare un intangible che non sia tutelato (o tutelabile) secondo la normativa applicabile alle diverse tipologie di intangibles (marchi, brevetti, disegni e modelli, know how, ecc.).
Questo spiega perché, secondo il nostro approccio, i progetti di valutazione economica degli intangibles che proponiamo prevedono un team composto da almeno tre professionisti che lavorano in sinergia:
- il consulente in proprietà industriale;
- l’esperto di pianificazione, finanza e controllo;
- l’esperto tax/contabilità
…i quali sono in grado di analizzare e misurare la situazione da diverse prospettive, rispondendo verticalmente a domande come queste: Esiste davvero un bene immateriale? È tutelato, come, dove? Qual è la vita utile residua? È esposto a rischi legali? Il business plan è solido e sostenibile? Siamo sicuri che il business plan riguardi solo il bene oggetto di rivalutazione e non altri che vanno in sovrapposizione? Abbiamo isolato correttamente il valore dell’intangible dal valore dell’azienda?….
Facile a dirsi, meno a farsi, ma si fa!
Se desiderate approfondire, siamo a disposizione delle aziende interessate o dei loro commercialisti per eventualmente curare la sola parte giuridica della perizia.
Boris Osgnach